MUSICOTERAPIA

L’intervento musicoterapico proposto ha un approccio multidisciplinare che integra i recenti studi nell’ambito delle neuroscienze e si affianca all’intervento di tipo medico, psicologico e riabilitativo, in un quadro di presa in carico globale della persona.

L’impianto di questo tipo di intervento deriva dall’esperienza clinica e di ricerca presso il Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFLab) del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, dal percorso di perfezionamento nell’ambito della musicoterapia in ambito neurologico presso l’Università di Ferrara e dall’importante relazione tra musica e neuroscienze, maturata presso l’università di Pavia. Questi percorsi guidati da dati emergenti dalle neuroscienze, dimostrano quanto le esperienze interpersonali mediate e supportato da un utilizzo specialistico della musica possano influenzare i processi mentali e attraverso la plasticità cerebrale, favorire modificazioni nelle strutture e funzioni del cervello.

L’intervento musicoterapico di tipo riabilitativo-terapeutico si prefigge di riattivare e potenziare abilità ed aree deficitarie, funzioni non evolute o regredite e di sviluppare soprattutto le potenzialità comunicative e relazionali, cognitive, emotive ed affettive tenendo conto delle capacità individuali.

A chi è rivolto e quali potrebbero essere i benefici?

✅ specifiche difficoltà evolutive, disturbi dello neurosviluppo, autismo, ritardo dello sviluppo, disturbi neurologici, iperattività ecc.

✅ supporto emotivo e relazionale attraverso la musica

✅ sviluppo dell’intersoggettività e delle abilità sociali

✅ potenziamento delle abilità cognitive

✅ specifiche difficoltà evolutive, disturbi dello neurosviluppo, autismo, ritardo dello sviluppo, disturbi neurologici, iperattività ecc.

Musicoterapia: un metodo di intervento abilitativo/riabilitativo con bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico

La rilevazione dell’effetto della musicoterapia per la diminuzione dello stress in bambini e adolescenti con Disturbi dello Spettro Autistico attraverso l’analisi dei livelli di cortisolo (alpha-amylase, sAA) 1

1 Ricerca condotta da G. Castelletti, S. Cainelli e G. Esposito nell’ambito del Progetto “Verificare gli esiti della musicoterapia”, coordinato da Paola Venuti.

Questo studio realizzato presso l’ODFLab, parte dall’idea che la musica e in particolare l’utilizzo della musica nella terapia con bambini ed adolescenti con Disturbi dello Spettro Autistico, possa ridurre i livelli di stress fisico e psicologico, permettendo un maggiore stato di calma e regolazione emotiva nelle situazioni sociali e di apprendimento.

La letteratura ha evidenziato che l’ascolto della musica può innescare intense emozioni e modulare i livelli di ansia indotti dall’esperienza di stress. Le evidenze scientifiche mostrano che la percezione delle canzoni e delle emozioni in musica rimane conservata nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico e che vi è un’attivazione neuronale simile al gruppo di soggetti con sviluppo tipico (Caria et al., 2011). Questo si rivela essere un aspetto di fondamentale importanza e suggerisce come l’intervento musicoterapico con soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico può compensare i deficit comunicativi, favorire la relazione, sviluppare la funzione comunicativa.

Per quanto riguarda il comportamento è nota la sensibilità agli stimoli e ai cambiamenti ambientali che di solito genera stress e comportamenti difficili da regolare nelle persone con Disturbi dello Spettro Autistico. Tali situazioni di stress sono rilevabili a livello fisiologico in una più alta variazione dei livelli di cortisolo e del relativo enzima nella saliva alpha amylase (sAA), rispetto ad altri soggetti con sviluppo tipico. L’alpha-amylase salivare (sAA) è un enzima e costituisce un parametro utile per rilevare e riflettere le variazioni di cortisolo nel corpo: è utile nel rilevare i cambiamenti legati allo stress nel corpo (Gilman S.C., 1978) e dei livelli di ansia poiché è un parametro sensibile che riflette i cambiamenti dell’attività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico (Nater U. M., 2009). In linea generale, bassi livelli di cortisolo e di alpha-amylase salivare sono considerati indicatori affidabili di processi adattativi del nostro organismo all’ambiente. I soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico hanno una più alta variazione dei livelli di cortisolo e del relativo enzima nella saliva alpha amylase (sAA).

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